Guarire dai traumi comunicando con l’aldilà
La scoperta rivoluzionaria dello psicologo americano Al Botkin arriva in Italia attraverso il suo libro Comunicare Oltre la Morte
Andrea Leone - 06/06/2014
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Comunicare con i defunti è possibile ed è una tecnica di guarigione dai traumi: questa è la conclusione a cui è arrivato il dottor Allan Botkin, psicologo americano, esperto in Post Traumatic Stress Disorder. Gli chiedo di cosa si tratta, in parole semplici. Il dottor Botkin mi spiega che attraverso una radicale revisione della tecnica EMDR (una tecnica di stimolazione bilaterale, si veda il box di approfondimento) entri in contatto con una persona defunta (non una qualsiasi, ma quella relazionata al tuo trauma emotivo dovuto alla morte della medesima) in pochi istanti, in perfetto stato di coscienza.
Quindi nessuna necessità di mediazione né umana, né tecnologica, né chimica. Solo uno operatore certificato che nel corso di una o due sole sessioni ti faciliterà una esperienza “naturale e positiva” chiamata in inglese IADC (Induced After Death Comunication).
Suona come una bufala? Prima di tirare le somme e di pubblicare i primi articoli su riviste scientifiche peer-review e poi nel libro Comunicare oltre la morte (UnoEditori-IONS Edizioni), il dottor Botkin ha ottenuto risultati clinici su oltre 3.000 pazienti, la maggior parte dei quali con gravissimi traumi tipici dei reduci di guerra con cui ha lavorato per 20 anni in un ospedale militare.
«Da subito – spiega Botkin – la scoperta ha ricevuto attenzione e incoraggiamento da alcune Università. Di fatto al momento sono in corso due studi scientifici: l’University of Virginia sta studiando cosa accade nel cervello del paziente mentre vive una IADC, e al Siena College di New York hanno analizzato 71 casi tra i miei pazienti. Come terapeuta a me non riguarda stabilire la realtà o meno di tali esperienze, ma solo verificarne l’efficacia per il paziente dal punto di vista clinico. Oltretutto abbiamo potuto constatare che la IADC accade indipendentemente da ciò che crede il terapeuta o il paziente».
Tale procedura non è stata utilizzata a oggi al di fuori dell’ambito terapeutico, tuttavia la facilità con cui si riesce a “ indurre” un’esperienza così vivida e trasformatrice nella persona lascia intravedere il possibile impatto in contesti più ampi.
Che cos’è la EMDR
La EMDR è una tecnica psicoterapeutica concepita nel 1989 dalla dottoressa Francine Shapiro. L’acronimo EMDR (Eye Movement Desensitization and reprocessing) significa “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari”. La tecnica consiste nell’individuare alcuni ricordi o immagini disturbanti, su cui viene effettuato un lavoro di rielaborazione seguendo un preciso protocollo che prevede una “stimolazione bilaterale”. La stimolazione può consistere in un movimento delle dita da seguire con gli occhi.
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Articolo tratto dalla rivista nr. 36
Categorie: Critica al Sistema Sanitario,Crescita Personale
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