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Cari lettori, è uscito il numero 23 del Consapevole, dedicato all'abitare leggero e alle case che consumano meno: case passive, case clima, case solari, case a risparmio energetico, in paglia.... In questo numero troverete anche un interessante articolo sull'isola islandese di Samso, oramai autonoma dal punto di vista energetico, e un'intervista a Bert Sacks, uno dei più conosciuti e attivi pacifisti americani, oltre ai consueti approfondimenti sulla permacultura e sul saper fare.






Per presentarvi questo numero non c'è migliore biglietto da visita dell'editoriale di Marianna Gualazzi:


Come una Yurta nella steppa


L’eclettico artista e architetto Friedrich Hundertwasser considerava l’abitazione come la terza pelle dell’uomo, dopo la propria e il proprio abito.
Hundertwasser ha dedicato molte delle sue riflessioni all’abitare, al rapporto dell’uomo con la propria casa e a come questo dovesse allontanarsi dal razionalismo costruttivo imperante, in nome di un rapporto più armonico, dolce e compenetrante con la natura.
Hundertwasser odiava gli spigoli e le linee rette e immaginava, progettava e costruiva case tutte linee curve, volte, colori e con sconnessioni della pavimentazione. Le sue architetture hanno la magia dello sguardo dei bambini e suscitano quella meraviglia
inaspettata che ci coglie quando ci troviamo di fronte alla genialità, in qualunque campo essa si esplichi.
Nel corso dell’ultima riunione di redazione, Francesco mi ha parlato della yurta: subito non mi sono ricordata cosa fosse una yurta, poi mi sono venute in mente le immagini di un film che ho visto tanti anni fa – ero una bambina.
Il film s’intitola Urga: territorio d’amore ed è ambientato nelle steppe della Mongolia. La yurta è la casa tradizionale del popolo mongolo. Una casa progettata per le esigenze di un popolo nomade che vive in grandi spazi naturali. Le yurta sono in sostanza delle tende: hanno una pianta circolare, sono abbellite da un pavimento di legno e hanno al centro una stufa.
I letti sono addossati alle pareti. Non ci sono finestre, ma una sola grande apertura
circolare alla sommità del tetto che serve anche come presa d’aria per il camino della stufa.
Chissà se Hundertwasser aveva mai visto una yurta.
Certo è che la yurta come le case immaginate da Hundertwasser sono accomunate dalla stessa voglia di leggerezza, dallo stesso desiderio di muri più labili e aperti verso l’esterno, dalla stessa fascinazione per la linea curva.
Molte delle nostre case sono appesantite da tetti di cemento armato, soffocate da muri mal fatti che fanno delle nostre abitazioni delle serre in estate e dei frigoriferi in inverno, private del confortante contatto con la natura.
In questo numero abbiamo pensato di darvi dei suggerimenti e degli spunti di case leggere (costruite in paglia o progettate secondo i principi della permacultura), di case che consumano poca energia, e di case in armonia con le energie della terra e del cosmo. Ognuno può fare qualcosa affinché la propria casa sia più simile a un organismo vivente che a una pre-tomba in cui il collasso sul divano davanti alla televisione è la sola attività praticabile.
Per chi ha un giardino, nella sezione “Bambini e Genitori” vi suggeriamo di costruire una casa sull’albero: a vostra discrezione se costruirla per voi o per i vostri figli.
Nel frattempo io sto pensando a una vacanza in yurta: c’è un bellissimo campeggio con sole yurta in Olanda a cui non so se potrò resistere a lungo!
Eccovi il link: www.texelyurts.nl.
Se poi la yurta la volete comprare, dei ragazzi italiani le costruiscono e commercializzano: www.yurtaitalia.net.









 

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