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WWoofing: a scuola di agricoltura naturale

WWOOF Italia mette in relazione i coltivatori con i viaggiatori intenzionati a condividere in convivialità le progettualità e gli stili di vita delle aziende agricole biologiche e biodinamiche

La Redazione - 20/06/2013




Condivisione, convivialità, apprendimento: fare un’esperienza di woofing significa impegnarsi e credere in un progetto culturale ricco, sia da parte delle fattorie ospitanti che dei viaggiatori. Spesso descritta come la possibilità di fare una vacanza a zero spese in fattoria, godendo di vitto e alloggio in cambio di qualche oretta di aiuto nelle attività dell’azienda agricola, il wwoofing è molto di più.

Chi si propone come viaggiatore (WWOOFer) dev’essere motivato dalla volontà di fare un’esperienza formativa forte, di vivere il lavoro agricolo a 360 gradi, di condividere tutti i momenti della vita in fattoria, desco compreso: si tratta di entrare nel mondo dell’agricoltura naturale dalla porta principale, con l’intento di godere di un’esperienza di forte arricchimento umano e culturale, oppure in vista di mettersi alla prova in prima persona come agricoltore in una propria fattoria. 

D’altro canto le aziende agricole che si propongono come ospitanti (hosts) sono spinte dal desiderio di divulgare sia le migliori pratiche dell’agricoltura naturale, sia stili di vita decrescenti, di semplicità volontaria, di rispetto della natura nei suoi ritmi e nei suoi tempi, valori che i viaggiatori possono fare propri e riproporre, adattandoli, in contesti di vita urbani – si pensi solo al bagaglio di tecniche di autoproduzione che è possibile apprendere in una fattoria. 

WWOOfing: come si fa? 

 Ma come si fa a fare wwoofing? Come si mette in contatto domanda e offerta?

 «WWOOF è una rete internazionale di associazioni che intendono sostenere lo sviluppo della cultura e della pratica dell’agricoltura naturale – ci spiega Claudio Pozzi presidente dell’Associazione WWOOF Italia. La nostra associazione è nata come movimento informale all’inizio degli anni Novanta e si è costituita come associazione nel 2000. Attualmente WWOOF Italia è un’associazione di promozione sociale che mette in relazione i coltivatori con i viaggiatori intenzionati a condividere in convivialità le progettualità e gli stili di vita delle aziende che vanno a visitare.

Chi s’iscrive contatta direttamente le aziende che più lo stimolano e stabilisce con loro un periodo di convivenza e le modalità dello scambio a seconda delle attitudini e degli interessi. I soci viaggiatori hanno, attraverso Caes, una copertura assicurativa per infortuni e RC. La lista italiana WWOOF include aziende agricole di piccole e medie dimensioni, biologiche e biodinamiche: alcuni soci vivono delle loro coltivazioni e vendono i loro prodotti, mentre altri vogliono solamente essere autosufficienti, o semplicemente coltivare i propri ortaggi biologici.

I soci host non si aspettano dal WWOOFer conoscenza dei lavori agricoli al momento dell’arrivo in azienda: le aziende che conducono sono dei centri educativi! Ciò che si aspettano è la voglia d’imparare, di collaborare alle attività, la capacità e la curiosità di adattarsi al loro stile di vita».

Perché scegliere il WWOOfing 

Con 600 aziende associate e circa 4500 viaggiatori nel 2012, l’esperienza del WWOOFing sembra suscitare sempre più interesse, anche se la maggior parte dei WOOFers è di provenienza estera: sempre nel 2012 l’Associazione WWOOF Italia ha registrato circa 1800 viaggiatori provenienti dall’Italia, e i restanti 2700 circa dal resto del mondo, con una preponderanza dagli Usa. 

«WWOOFing – continua Claudio Pozzi – non è una vacanza economica. È un’organizzazione volontaria per diffondere la cultura e la pratica dell’agricoltura naturale, per sostenere i produttori nel loro impegno. 

Se state cercando solamente un modo per viaggiare e vedere l’Italia in modo facile WWOOF non fa per voi. WWOOFing è un’esperienza che rende possibile uno scambio umano e culturale fra persone di diversa provenienza: la pratica concreta dei ritmi della vita agricola permette di vivere in prima persona gli sforzi che i piccoli agricoltori fanno per ricostruire un buon equilibrio fra l’uomo e la natura garantendo la disponibilità di cibo sano.

La più importante qualità di un WWOOFer è quello di potersi inserire e adeguare a tutte le diverse attività che si svolgono in ogni fattoria.

Gli hosts si aspettano un’interesse generale per quello che fanno, e per il modo in cui vivono, che partecipiate volentieri a sostegno del loro progetto, dando anche una mano con i compiti di casa (lavare i piatti o cucinare) per non creare più lavoro per il vostro host. Tutti gli host sono molto impegnati e molti vivono con poche risorse. È importante accettare e rispettare questo fatto.

L’host deve garantirvi vitto e alloggio (potrebbe esserci una stanza per i viaggiatori in fattoria, ma potrebbe essere anche solo una tenda, oppure la tenda dovreste portarla voi), dovrebbe stare con voi più spesso possibile insegnandovi qualcosa sulla produzione, sulla vita dell’agricoltore naturale e sulle tecniche da lui adottate.

È molto probabile che vi troverete a fare da soli alcune cose, a volte un po’ noiose, l’agricoltura è anche pratica Zen!». 

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 33


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Categorie: Turismo Responsabile,Ambiente


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