Waratah: il fiore australiano per affrontare la vita con coraggio
Il più potente dei rimedi floreali australiani è un valido aiuto quando ci troviamo in un tunnel da cui non si vede la luce
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Il repertorio dei fiori australiani è molto ampio: Ian White, lo scopritore dei fiori del bush ne ha identificati ben 69.
White, figlio di erboristi e farmacisti da ben 5 generazioni, ha scovato nell’esteso bush australiano – il desolato e tipico territorio dove cresce una vegetazione principalmente ad arbusti – tanti fiori in grado di riequilibrare i più svariati squilibri che viviamo nella vita quotidiana.
Non potevamo cominciare il nostro escursus nella floriterapia australiana se non con il bellissimo e maestoso fiore del Waratah, che è anche il simbolo dei fiori del bush.
Questo fiore, che cresce esclusivamente in Australia, di colore rosso fuoco, appartiene alla specie della Telopea, la speciosissima, che è considerata una delle specie di fiori più antiche del mondo, ed è in grado, con la sua bellezza e il suo colore inteso, di trasmettere tutta l’energia vitale che racchiude.
La pianta, che può essere alta fino a 3-4 m, ha fiori composti da tanti petali dal colore lucido e dalla forma sferoidale che possono superare i 10 cm di diametro; è un fiore talmente amato dagli australiani, da essere considerato il simbolo del loro Paese.
Già molto prima che il potere dell’essenza fosse scoperto da Ian White, gli aborigeni usavano il fiore a scopo medicinale: i capolini venivano immersi in una ciotola d’acqua che, quando era diventata dolce abbastanza grazie al rilascio del nettare, veniva somministrata ai bambini e agli anziani malati come tonico rinvigorente.
Il fiore del coraggio nella notte dell’anima
Il fiore del Waratah è utile nei momenti in cui si deve affrontare una crisi esistenziale, essenziale per far sì che l’anima evolva dal punto di vista spirituale.
È una situazione di indubbia disperazione, nella quale la persona non riesce a vedere la luce in fondo al tunnel né tantomeno la soluzione ai propri problemi, si sente abbandonata dal divino, senza speranze e si lascia trasportare dagli eventi della vita.
Il fiore dona quindi il coraggio per affrontare questa situazione di estremo disagio, così come la forza, la tenacia e la resistenza per superare le difficoltà.
Il fiore porta in sé la capacità di sopravvivenza: le popolazioni aborigene che vivono nelle aspre zone in cui il fiore cresce se lo disegnano sul petto quando devono superare prove difficili, inoltre trasmette la capacità di affrontare e di adattarsi ad ogni tipo di emergenza.
Assumendo il Waratah, la persona sarà in grado di far affidamento sulle proprie capacità e trovare le forze interiori per osare anche nei periodi difficili. Oltre che nei casi di depressione più acuta, il Waratah è utile per chi subisce uno shock profondo, legato per esempio a un dissesto finanziario o a una guerra.
Ian White ne riporta l’efficacia miracolosa in caso di suicidio: la persona ritrova la fede e il coraggio necessari per affrontare la vita e la consapevolezza che non ci sono prove così difficili da non poter essere superate.
Con queste premesse e caratteristiche, non stupisce che Waratah sia uno dei 7 fiori che compongono l’Emergency, il rimedio di soccorso utile nei momenti di emergenza quotidiana, come incidenti, traumi e altri problemi di entità minore e risolvibili in poco tempo.
L’affermazione per usare Waratah
Waratah, come del resto tutti i rimedi floreali, non ha controindicazioni. Essendo però uno dei fiori più potenti del repertorio, se ne consiglia l’assunzione per un breve periodo. Avendo un effetto immediato, si possono avvertire i benefici già dopo 6-7 giorni dall’inizio dell’assunzione.
Se miscelato con altri fiori australiani, si mettono 7 gocce di ogni rimedio in una bottiglietta da 30 ml con 2/3 di acqua e 1/3 di brandy e se ne prendono 7 gocce per 2 volte al giorno (mattina e sera).
Se miscelato con altri rimedi di Bach invece, si possono seguire le indicazioni di Bach: 2 gocce per ogni rimedio nella boccetta da 30 ml e si prendono 4 gocce 4 volte al giorno. In entrambi i casi l’effetto sarà evidente.
L’assunzione può essere accompagnata da una affermazione che aiuta il rimedio a fare effetto in maniera più efficace:
«Ora affronto tutte le situazioni con coraggio, tenacia e fede. Ora sto trovando il coraggio e la forza per affrontare tutte le sfide della vita».
Fiori australiani e non
Una delle domande che mi sento chiedere più spesso quando si parla di fiori australiani è se questi si possono miscelare con i fiori di altri sistemi. La risposta è sì… con un ma.
I rimedi floreali, indipendentemente dal sistema di appartenenza (californiani, di Bach, australiani…) si possono mescolare fra di loro. Non solo, mescolandoli si ottiene un effetto sinergico maggiore, perché i fiori non lavorano mai contro ma in sinergia l’un con l’altro.
L’unico consiglio di cui tenere conto è quello di non mescolare i fiori dei diversi sistemi con lo stesso effetto o indicati per lo stesso squilibrio, perché si annullano a vicenda e non sono quindi in grado di aiutare la persona.
Per esempio, in una miscela con il Waratah, è bene non mescolarlo con il bachiano Sweet Chestnut, che è il fiore per la notte più buia dell’anima.
Un’altra domanda che mi sento ripetere spesso è se i fiori australiani siano migliori di quelli di Bach. La risposta è no: non ci sono fiori migliori di altri ma, se sapientemente utilizzati, tutti possono dare risultati straordinari.
È indubbio però che i fiori australiani facciano effetto più velocemente, proprio perché agiscono sia sul piano fisico che su quello eterico, riuscendo a raggiungere livelli diversi di guarigione.
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Articolo tratto dalla rivista nr. 47
Categorie: Crescita Personale
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