Transurfing alla portata di tutti
I suggerimenti di Livio Sgarbi per mettere in pratica con successo gli insegnamenti di Vadim Zeland
Livio Sgarbi - 11/06/2013
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Fin da piccolo il surf mi ha ispirato immagini e sensazioni molto suggestive: libertà, adrenalina, potere, leggerezza. L’idea di cavalcare le onde dell’oceano mi ha sempre affascinato, forse è anche per questo motivo che il titolo del libro di Zeland mi ha da subito affascinato.
Surfare sulle linee della propria vita balzando a destra e sinistra allo scopo di realizzare ciò che si desidera: non è un’immagine che fa sognare?
La trilogia: da non perdere!
Così ho deciso di comprare la trilogia del Transurfing: il mio proposito era quello di leggerla tutto d’un fiato, ma la complessità del testo mi ha imposto tempi più lunghi. Chi ha letto Lo spazio delle varianti, Il fruscio delle stelle del mattino e Avanti nel passato, sa benissimo che si tratta di letture decisamente impegnative. Sono libri da leggere con profonda attenzione e con la matitina in mano. Io li ho studiati come facevo con i testi dell’università, sottolineando, tornando indietro a rileggere, scrivendo note e commenti. Non volevo perdermi nulla.
È già passato qualche anno, ma ai miei seminari non perdo occasione per fare riferimento al pensiero di Zeland e insisto con energia affinché i presenti decidano di leggere almeno uno dei suoi libri.
Ritengo la lettura uno dei mezzi più incredibilmente utili per conoscere, apprendere, riflettere e aprire la mente, così, appena posso, mi inoltro in improbabili panegirici per accendere la curiosità della gente, ma lo faccio solo per i libri che mi hanno colpito in prima persona.
Il Transurfing lo suggerisco per due motivi: uno filosofico e uno prettamente pragmatico.
Dal punto di vista filosofico non mi dilungherò affatto, non credo ce ne sia bisogno.
Per quel che riguarda invece la praticità del Transurfing, credo ci sia qualcosina da dire. Rappresenta forse l’aspetto più ostico. Non è sempre facile riuscire a mettere in pratica le indicazioni che si leggono in un libro, a maggior ragione un libro di Transurfing.
Dalla teoria alla pratica...
Quelli che seguono sono solo tre spunti che a me sono serviti per tradurre in concreto le parole di Zeland. Le condivido con la speranza di riuscire ad aiutare qualcuno nell’applicare quotidianamente le teorie del Transurfing.
1) Limitare l’influenza dei pendoli
Il bisogno di appartenere a un gruppo è forte in ogni individuo, ma sappiamo che questi tendono ad assorbire le nostre energie, fisiche, mentali, emozionali e animiche.
Tuttavia ve ne sono alcuni per cui personalmente non mi dispiace dare “tutto me stesso”, anzi, sento che mi aiuta a compiere ogni giorno la mia missione di vita. Forse non sono ancora pronto per una vita “completamente libera” da qualsiasi forma di condizionamento e influenza, così ho deciso quantomento di concedermi solo per le cose che davvero contano.
Quindi la scelta di liberarmi dai pendoli non è stata drastica, nel senso che ho deciso di rispondere alle esigenze di un numero decisamente inferiore di pendoli rispetto al passato.
Puoi fare un elenco dei gruppi di appartenenza a cui dedichi risorse di qualsiasi tipo e puoi decidere di mantenere attivi solo quelli per cui ne vale la pena.
La scelta del criterio da seguire sta a te, ovviamente.
2) Creare diapositive mentali di successo
Oramai lo sanno anche le pietre: la nostra mente crea immagini e quelle immagini hanno potere d’influenza su di noi. Dominare questo processo può fare la differenza nella vita di chiunque.
Questa parte è stata la più facile da applicare, anzi mi permetto di aggiungere che, senza falsa modestia, la applicavo già da tempo e con tecniche decisamente più raffinate ed efficaci rispetto a quelle proposte da Zeland. Ma non importa perché il principio è esattamente lo stesso.
Creare immagini mentali positive.
Ogni mattina puoi dedicare 1 minuto (non uno in più) per immaginare nella tua mente come ti piacerebbe che fosse la giornata che sta iniziando. Creare una diapositiva appunto, inserendo tutti i dettagli come se avessi il potere di decidere tu ciò che succederà.
Nel farlo, staccati dall’aspettativa e dallo scetticismo che ciò si realizzi oppure no. Fallo e basta. Alla sera, dedica un altro minuto a verificare cosa della giornata corrisponde all’immagine che avevi creato.
3) Surfa tra le varianti
Questa è la parte che mi eccita più di tutte.Secondo Vadim tutto è stato, è e potrà essere possibile, c’è un’infinita possibilità di evoluzione per la nostra vita.
Surfare significa balzare dall’attuale linea della vita a una parallela. Più è vicina e più è facile/ probabile il salto. L’errore strategico che ho visto fare a molte persone è cercare di surfare direttamente verso risultati appartenenti a linee molto lontane da quella attuale.
Invece, ogni giorno puoi fare piccoli balzi avvicinandoti a poco a poco verso la situazione desiderata, prendendo scelte e decisioni diverse dalle solite e creando diapositive quotidiane coerenti.
È come salire una scala a pioli… un piolo alla volta!!! Ha più senso, no?
Buon Transurfing a tutti!
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Articolo tratto dalla rivista nr. 33
Categorie: Crescita Personale
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