Le meraviglie dell’orto sinergico
Antonio De Falco, contadino contemporaneo, ci racconta Emilia Hazelip e l’agricoltura sinegrica
Elena Parmiggiani - 09/11/2011
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Antonio De Falco, ex impiegato di banca, lascia l’ufficio per la terra nell’82. Dieci anni dopo scopre in Andalusia l’agricoltura sinergica e si fa allievo di Emilia Hazelip, nella convinzione che nella terra ci sia tutto, che tutto parta da lì. Antonio parte dalla constatazione che i contadini contemporanei non sono più liberi, ma si trovano in una condizione di dipendenza dal mercato, dall’industria chimica che ha fatto perdere loro il piacere e la creatività insiti nel contatto diretto e quotidiano con la terra, e con il prezioso e buon cibo che essa può dare se lasciata lavorare indisturbata. La rivoluzione dell’agricoltura sinergica permette all’uomo di diventare un contadino contemporaneo: un uomo libero e consapevole che è ritornato ad essere scienziato, profondo conoscitore dei meccanismi della natura e fiducioso di essi.
L’abbiamo incontrato nel maggio scorso, in occasione del corso sull’orto sinergico che ha tenuto alla Fattoria dell’Autosufficienza: ascoltiamo le sue parole!
Chi è Antonio?
Mi sento un individuo in cammino. Un’anima alla ricerca di un senso.
Ho avuto la fortuna di incontrare persone straordinarie e di fare esperienze inusuali, per cui mi trovo a conoscere cose che la maggior parte delle persone che incontro ignorano o di cui hanno una conoscenza superficiale.
Vivo cercando di trasmettere ciò che ho ricevuto: il pezzetto di amore che in me risuona come la mia piccola parte di luce, di verità.
Mi sento un essere desideroso di comunità, di pace, di scambio con gli altri, di sinergia, di amore. Cerco di dare agli altri ciò che vorrei per me e sogno che tutto il mondo possa diventare una comunità di mutuo soccorso.
Cos'è per Antonio l’orto sinergico?
Potrei dire che è una passione, un amore ma nella ricerca della sua essenza si sta rivelando come una strada, la mia strada.
È un campo in cui ogni giorno mi posso incontrare con l'energia creativa, con il miracolo, l'inconoscibile, il grande mistero, con Dio. È una creatura da amare ed accudire e da cui trarre godimento, meraviglia e insegnamento, oltre ovviamente la propria sussistenza. È ciò che mi ha fatto fare il passo da artista ad ortista ed è diventato la mia espressione, la mia opera d'arte, la mia offerta al cosmo, il mio tempio, la mia terapia, il mio modo di vivere e di rapportarmi con il mondo, il mio modo di sentirmi in comunione ed armonia con la Grande Madre, con la Natura.
Ci racconti un aneddoto di Emilia?
Mi è venuto da pensare all'ultimo corso che Emilia ha tenuto a Solaria, nell'aprile 2001. Io l’avevo accompagnata e stavo per rientrare a Rivalba, ma lei mi ha chiesto di fermarmi a buttare giù l'albero genealogico degli orti che erano nati dal mio, per inserirlo nel libro che stava scrivendo.
La cosa mi ha richiesto più di un'ora. Quel ritardo non previsto è stata l'occasione per incontrare e conoscere Marilia, Marco, Anja, Zino, Giovanni le cui energie hanno contribuito poi alla nascita dell’Associazione Basilico e quindi, in sinergia con Kanbio e con l'altro suo allievo, Fortunato Fabbricini, alla fondazione della “Libera Scuola di Agricoltura Sinergica Emilia Hazelip”.
Questi eventi hanno creato la base che ha permesso di mantenere viva la sua filosofia pratica e di diffonderla in Italia e all’estero
Che differenze e vantaggi ci sono nel fare un orto sinergico piuttosto che un orto tradizionale?
Intanto non occorre più lavorare e rigirare il suolo che, se gestito bene – seguendo i principi che Emilia indica – diventa ogni anno più soffice, arieggiato, fertile e pieno di vita e quindi viene meno anche la necessità di fertilizzare con sostanze estranee, sia chimiche che naturali.
La biodiversità presente in poco spazio tende a ricreare un equilibrio naturale per cui si ha minore influenza di parassiti, di patogeni e di malattie. Le piante interagiscono scambiandosi sostanze nutritive e difensive e la presenza di insetti benefici aumenta notevolmente.
L'assenza di spazi vuoti e quindi l'intensità con cui vengono coltivate le piante permette di avere un raccolto 3-4 volte superiore a quello che si può ottenere nello stesso spazio coltivato in maniera “tradizionale”.
La qualità è assolutamente ottima. Tra l’altro l'assenza di concimi aggiunti fa sì che la verdura abbia meno nitrati e quindi sia più salutare.
La presenza costante di pacciamatura permette di utilizzare molta meno acqua e nel frattempo impedisce il compattamento, l'incrostazione della superficie e la perdita di sostanze nutrienti. Crea inoltre un ambiente ideale per gli insetti lavoratori, primo fra tutti il lombrico.
I cartoni e la segatura sparsa nei camminamenti riducono le erbe selvatiche, trattengono umidità e se capita di andare in orto dopo una pioggia si torna con gli scarponi senza fango.
Le verdure che si raccolgono sono sempre pulite, senza fango né polvere né, ovviamente, alcun prodotto estraneo.
Continua la lettura di questo articolo sulla rivista nr. 27
Abbiamo intervistato Antonio De Falco
Insegnante della Libera Scuola di Agricoltura Sinergica Emilia Hazelip, membro dell'Associazione Basilico, è stato amico e allievo di Emilia Hazelip.
Nel 2003 ha fondato, insieme a Fortunato Fabbricini, la Libera Scuola di Agricoltura Sinergica Emilia Hazelip intitolata alla loro maestra, con lo scopo di diffonderne il vasto sapere e proseguire la sua opera di riforma dell'agricoltura.
Antonio ha collaborato a creare più di 100 Orti Sinergici in Italia e nel mondo. Soprannominato "Contadino Contemporaneo e Poeta", da anni ricerca, esperimenta e diffonde forme di agricoltura rispettose dell'ambiente che:
- non danneggino i quattro elementi essenziali (ritenuti inesauribili ma oggi in grave pericolo e squilibrio);
- mantengano l'autofertilità del suolo;
- conservino specie e incentivino la biodiversità;
- producano quantità e qualità di cibo e materie prime tali da permetterci una buona e sana esistenza;
- lascino alle generazioni future condizioni di possibile esistenza, sopravvivenza ed evoluzione e che sia un'attività piacevole, sostenibile, allegra bella e piena di soddisfazioni.
Oggi, con gli insegnamenti di Emilia, ha un orto di poco più di cento metri quadri che soddisfa quasi l'intero fabbisogno di cibo di 15 persone.
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Articolo tratto dalla rivista nr. 27
Categorie: Autoproduzione e Riciclaggio creativo,Ambiente
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