Moneta di Scambio Locale
Pierluigi Paoletti - 20/05/2007
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Il Centro Fondi ha stilato un progetto per rilanciare l’economia locale e l’agricoltura. I fondamenti del progetto chiamato Il Sapore del Cuore sono la costituzione di un’associazione di imprenditori agricoli, la qualità dei prodotti, la filiera corta, la creazione di punti vendita a marchio, il ruolo attivo delle amministrazioni comunali e, cosa più importante di tutte, una moneta complementare di scambio, che circoli solo a livello locale il cui scopo è quello di favorire gli scambi tra consumatori, esercenti, artigiani e professionisti.
Una caratteristica dell’economia odierna globalizzata è quella di “drenare” la ricchezza prodotta localmente per alimentare mercati lontani migliaia di chilometri. È il caso della grande distribuzione, che solo in minima parte acquista e vende prodotti locali, e dell’industria che, con la delocalizzazione delle produzioni in paesi dove il costo del lavoro è molto più basso, investe sempre meno nel mercato domestico.
L’obiettivo è quello di invertire questo processo di progressivo impoverimento che rende la moneta un bene sempre più “raro” ed insufficiente ad alimentare le economie locali.
Il successo di questo progetto si fonda sull’adozione di una moneta di scambio locale che si affianchi alla valuta ufficiale (euro) e venga adottata ed accettata in tutti i punti vendita e di ristoro che adottano il marchio. Questa moneta di scambio locale, semplificando molto, è equiparabile alla fidelity card o al buono sconto della grande distribuzione, ma invece di circolare solo all’interno della stessa catena, viene utilizzata ed accettata in un contesto più vasto. La cosa ideale sarebbe che, oltre ai punti vendita e di ristoro de Il sapore del cuore, venisse adottata per piccoli pagamenti anche dagli altri commercianti, dagli artigiani, dai professionisti e, perché no, anche dal Comune/i dell’area interessata. Ovviamente, come è facilmente intuibile, più si allarga il bacino di utenza di questa moneta di scambio locale più alto è il numero degli scambi e maggiore è la ricchezza che viene prodotta.
Provando ad immaginare il percorso ideale di questa moneta possiamo vedere che l’imprenditore agricolo viene pagato per la sua produzione (ad es. il grano) parte in euro (es. 60%) e parte in moneta di scambio locale (es. 40%). Con gli euro pagherà tutto quello che non è reperibile in zona – ovvero il gasolio, le sementi (se non sono autoprodotte), i macchinari ecc. – mentre con la moneta di scambio locale pagherà una parte della spesa alla panetteria (es. 40%), dell’onorario dell’idraulico (es. 40%), della spesa nel negozio di abbigliamento (es. 10-20%), del calzolaio (es. 40%), del geometra (es. 40%), della babysitter (es. 60%), del professore per le ripetizioni di matematica al figlio (es. 60%), la multa comunale per divieto di sosta e la sera quando porta fuori a cena la famiglia pagherà parte del conto del ristorante (es. 40%).
La percentuale di accettazione di questa moneta varia in funzione della possibilità dell’esercente di pagare a sua volta i propri fornitori in moneta di scambio locale.
Gli introiti derivanti da questo meccanismo saranno destinati al finanziamento di opere finalizzate al benessere comune.
Per maggiori informazioni sul progetto www.centrofondi.it.
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