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In un campo a testa bassa - La raccolta delle erbe spontanee

Marianna Gualazzi - 25/07/2010





Angela ha 25 anni. Se le chiedi come trascorre il sabato pomeriggio, nelle giornate di primavera, la sua risposta ti coglierà felicemente sorpreso e impreparato: a raccogliere erbe.
Scarpe comode e tuta da ginnastica, un coltello e varie buste di tela per stivare il raccolto: l’attrezzatura base per quest’antica attività è molto semplice e alla portata di tutti. Ma per quale motivo Angela si dedica al raccogli-raccogli delle nostre nonne? In sintesi perché sente, in modo vero e spontaneo, che le fa bene: al corpo e allo spirito. Lei stessa ci racconta la sua esperienza.

Per quale motivo ti piace raccogliere le erbe spontanee?
Il piacere del raccogliere erbe è nato in me in realtà da pochi anni. Quando ero bambina non lo amavo: mi sembrava di una noia mortale, e mi limitavo a guardare mamma, nonne e zie immerse a testa bassa nel prato, in cerca di un qualcosa a me oscuro.
Però ricordo chiaramente che mi piaceva sentire le chiacchiere di mia madre e delle sue sorelle, perché si sa: nella vigna, in mezzo al verde, alla campagna, le confidenza acquistano un sapore tutto particolare, e anche i silenzi sono spontanei, direi necessari, non hanno bisogno di
esser riempiti a tutti i costi. Per riscoprire questa sensazione infantile rimasta inconscia per lungo tempo, ho deciso di farmi insegnare a riconoscere le erbe spontanee e sono tornata nei prati del mio essere bambina, sulle colline poco distanti dalla città in cui vivo.
Quando sai cosa cercare e cosa raccogliere diventa quasi una droga: ne vedi sempre di più sempre, e la busta non sembra mai piena abbastanza.
Spesso, nel periodo primaverile, mi dedico a questa attività, non tanto per la raccolta delle erbe in sé, ma per le sensazioni piacevoli che mi regala il raccogliere. Sto scoprendo sempre più il piacere del fare con le mani, del cucinare, dell’impastare, dello scartavetrare, verniciare.
E anche il raccogliere ti riporta a qualcosa di antico, di perduto. Per non parlare della tranquillità che infonde: sono abituata a vivere in una continua frenetica corsa, e quando non corro parlo, parlo e parlo. Raccogliere erbe è l’unico vero spazio che ritaglio solo per me, è un modo per staccare completamente la spina. Mai come ora mi sono accorta di quanto sia difficile trovarsi un momento proprio.
Infatti, in genere, non amo condividere questo momento con gli altri, anche se a volte risulta piacevole un po’ di compagnia.

Chi ti ha insegnato a riconosce le erbe commestibili?
So che ci sono dei corsi al riguardo. Una mia amica, anche lei si diletta con le erbe spontanee, ha frequentato un corso organizzato da una fattoria didattica della zona ed è diventata molto esperta.
Lei mi ha trasmesso qualche conoscenza, ma gran parte dell’arte mi è stata donata dalle donne della mia famiglia, e non solo. Mia madre e le sue sorelle, ma anche nonne di amiche che ho avuto l’occasione di incontrare e che mi hanno mostrato cosa raccogliere e come utilizzare il raccolto.
Lo scorso aprile si è verificato uno strano raduno di raccoglitrici di erbe spontanee: il lunedì di Pasqua ho organizzato un pic nic in collina con successivo “andare ad erbette”. Mia madre, le mie zie, amiche con le rispettive madri e nonne: una schiera di donne di età compresa tra i venticinque e gli ottant’anni radunate sul declino della vigna, tra i filari, intente alla raccolta. Darsi la voce l’una con l’altra, fare a gara a chi riempie di più la busta, scambiarsi i ricordi. È stato uno spettacolo per gli occhi e il cuore.

Ma questo sapere antico, delle nostre nonne, sta scomparendo come tanti altri…
Sono convinta che queste antiche tradizioni sono destinate a tornare. Viviamo in una società talmente assurda, caotica e soffocante!
L’unico modo per uscirne è ritornare alla natura, all’aria aperta, alle mani nella terra. Bastano piccoli gesti. Personalmente sono contenta di aver maturato questo interesse e di aver ri-acquisito conoscenze antiche. Trasmetterò questo sapere a quelli che saranno i mie figli.

Ci racconti una ricetta con le erbe spontanee?
Le erbe maggiormente diffuse nella zona in cui vivo sono gli stridoli o strigoli (Silene vulgaris). Sono ottime per diverse preparazioni: ecco la mia preferita.
Maltagliati con gli srtidoli Ingredienti: cipolla, stridoli, maltagliati, brodo (sia vegetale che di carne, a seconda dei gusti, e se si desidera un piatto più o meno robusto). Procedimento: si fa soffriggere la cipolla in padella, si buttano gli stridoli, sminuzzati grossolanamente, si fanno insaporire con sale e pepe per alcuni minuti, fino a quando non si riducono di volume. Si aggiunge il brodo e poi si cuociono i maltagliati.



Articolo tratto dal Consapevole n°11


 

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Categorie: Decrescita,Ecologia e Localismo,Ambiente










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