Il linguaggio segreto dei segni e delle coincidenze
Intervista a Gian Marco Bragadin
Gian Marco Bragadin - 02/01/2015
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Hai mai pensato che il battito d’ali di una farfalla che appare improvvisamente in casa tua possa essere un segno che l’Universo ti sta inviando e con il quale vuole dirti qualcosa di ben preciso? Ti sei mai ritrovato a camminare per strada rimuginando tra te e te su una situazione a cui non trovi soluzione, su un problema che ti angoscia, su una decisione che non riesci a prendere?
Forse nel brandello di conversazione che cogli dalla coppia che ti viene incontro è celata la risposta ai tuoi dubbi.
Segni e coincidenze vengono a trovarci ogni giorno e possono aiutarci a compiere il nostro destino e ad affrontare le situazioni difficili. Come riconoscerli e interpretarli risulta però un bel problema: ne abbiamo parlato con Gian Marco Bragadin, autore del best seller Il linguaggio segreto dei segni e delle coincidenze.
Da dove provengono i segni e cosa sono?
I segni provengono chiaramente da altre dimensioni e non sono provocati da noi. Mentre i sogni nascono dal nostro incoscio, dal nostro interno, i segni sono sempre esterni a noi, infatti una delle regole con cui io insegno a interpretarli è quella delle tre “i”: ovvero un segno deve essere inaspettato, improvviso, insolito e quindi non può essere una cosa che provochiamo noi.
Molti ricercatori spirituali e scienziati di mente aperta sostengono che noi non siamo solo “da questa parte”, ma una parte di noi viva anche in altre dimensioni: quella parte o quello che qualcuno chiama angelo custode, altri spirito guida, ci prende in cura quando nasciamo e ha il compito di portarci verso il nostro destino anche attraverso i segni e le coincidenze.
Che i segni e le coincidenze esistano è un fatto universalmente noto, quello che manca è una guida per interpretarli: di fronte a questa lacuna ho iniziato a indagare, a studiare oltre quindici anni fa e ho dato vita alla segnanalisi, ovvero allo studio del significato di segni e coincidenze.
Questa dei segni e delle coincidenze è un’opportunità straordinaria che noi abbiamo: non siamo soli e abbiamo la possibilità di comunicare e di ricevere informazioni dall’Universo.
Come sei arrivato alla segnanalisi?
Ci sono arrivato tramite la mia esperienza personale: quando Chiara, la mia compagna di vita, è venuta a mancare, mi sono ritrovato circondato dalla sua presenza. C’erano segni e coincidenze che io sentivo indicare il fatto che Chiara si trovasse ancora vicino e in comunicazione con me: dovevo solo imparare a interpretare quel linguaggio nuovo.
Successivamente lo studio e la ricerca spirituale mi hanno permesso di approfondire la conoscenza dei segni, di capire come si manifestano, cosa ci vogliono dire e di insegnarlo agli altri.
Alcuni libri sono stati fondamentali in questo mio percorso come, ad esempio, La profezia di Celestino, Le coincidenze di Chopra, ma anche nel Corano ho letto delle Sure che potrebbero essere degli slogan perfetti per il mio libro. Questo per dire che sia le antiche tradizioni culturali e religiose che gli spiriti moderni e contemponarei più sensibili hanno sempre riconosciuto i segni e le coincidenze come facenti parte della nostra vita.
Il passo successivo che ho compiuto è stato dare gli strumenti per l’interpretazione.
I segni esistono da sempre e sappiamo che in altre epoche storiche la loro portata sulla vita dell’uomo era riconosciuta e faceva parte della cultura del periodo. Oggi la maggior parte delle persone non percepisce alcun tipo di segno e coincidenza: cosa abbiamo perduto? Si tratta di conoscenze che non abbiamo più o di una sensibilità particolare che dobbiamo riacquistare?
Tanti mi dicono: ma a me non accade nulla, non mi arriva alcun segno.
Il primo problema è che la gente non si accorge dei segni e delle coincidenze. Sicuramente serve un certo tipo di sensibilità per captare e interpretare un segno: possiamo parlare di predisposizione a percepire l’invisibile, di percorso spirituale, di ricerca interiore...
Le strade per arrivarci sono tante, multiformi e tutte validissime: per me l’ampliamento delle facoltà percettive può arrivare dalla lettura di un libro, per te dalla pratica dello yoga, per un altro da un pellegrinaggio in un luogo di culto...
Chi ragiona solo con la testa e non ha aperto il cuore fa una fatica enorme a cogliere i segni e il loro linguaggio: molti di noi non vogliono credere che c’è una comunicazione con l’altra dimensione.
La persona che coglie i segni è colui che guarda il mondo con gli occhi freschi, magici e senza pregiudizi dei bambini, non con gli spessi occhiali della razionalità.
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Articolo tratto dalla rivista nr. 39
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