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Geni fuori controllo: Ogm, cibo transgenico - Opinioni a confronto

In uscita il dvd Geni Fuori Controllo - Sulla strada delle biotecnologie: un biglietto di sola andata? Opinioni a confronto di 3 diversi esperti del mondo scientifico.

Daniel Tarozzi - 12/04/2011




Tre esperti del mondo scientifico rispondono alle nostre domande sulla pericolosità degli OGM.
Il testo di questo interessante articolo è tratto dal documentario Geni fuori controllo, DVD (Macroticonzero, 2011).

Daniel Tarozzi - Sapreste indicarmi un lato positivo degli studi sugli OGM?
Pietro Perrino - L’unico elemento che io considero positivo è dato dalla conferma che la tecnica del DNA ricombinante, così come è concepita oggi, è sbagliata.
C’è chi obietta che l’insulina oggi in commercio è ottenuta con la tecnica del DNA ricombinante (detta anche ingegneria genetica) e che essa rappresenterebbe quindi un caso positivo di OGM.
Ma non sono d’accordo, perché ci sono casi in cui un paziente diabetico non può usare l’insulina umana OGM. Sono stati registrati addirittura numerosi casi di morti causati da questo tipo di insulina, mentre non risultano, a quanto pare, casi di decessi dovuti all’insulina ottenuta da animali. Comunque, se qualcuno conosce un effetto positivo degli OGM me lo faccia sapere. Se dovesse riuscire a convincermi sarò pronto a cambiare idea.
Fabrizio Fabbri - In alcuni casi, come quello dei mais Bt, si è effettivamente assistito ad una lieve diminuzione nell’uso di insetticidi chimici che sono generalmente assai dannosi per l’ambiente e la salute umana. Ciò ha anche determinato una riduzione dei costi di produzione, che però sono significativi solo nel caso di grandi latifondi, aspetto che interessa poco l’agricoltura italiana. Va comunque considerato che altre tecniche, anche biotecnologiche, quali la selezione assistita da marker molecolari, possano offrire vantaggi comparabili senza introdurre OGM in ambiente.
Luca Colombo - Detto che il problema maggiore degli OGM è nella loro diffusione in ambiente aperto e nei sistemi agrari, accompagnata da regimi di proprietà intellettuale che ne permettono un controllo (economico) esclusivo, va evidenziato che la ricerca nel settore permette comunque taluni avanzamenti delle conoscenze.
Alcuni studi sull’ingegneria genetica permettono di comprendere meccanismi biologici importanti per l’applicazione di altre tecniche di miglioramento e selezione varietale. Alcuni OGM sono stati realizzati proprio per verificare e comprendere meccanismi di riarrangiamento del genoma, aumentando così le conoscenze sui limiti della stessa tecnica.

D.T. -E un effetto negativo?
Pietro Perrino - Gli effetti sono tutti negativi, ma il più grave è forse quello legato al DNA transgenico che rende gli OGM instabili e che rappresenta il vero motivo per cui la tecnica del DNA ricombinante non funziona. Il DNA transgenico è il vero flagello dell’ingegneria genetica. Mae Wan Ho ha affermato che l’ingegneria genetica ha aperto delle vere e proprie autostrade alla ricombinazione del DNA e quindi alla formazione di nuovi virus, nuovi batteri, nuovi funghi e alla fine nuove malattie. Con problemi di questo genere è difficile che ci possano essere effetti positivi. Solo chi non sa che cosa sono gli OGM può pensare o credere che si possa giudicare caso per caso.
I burocrati, quando sono in difficoltà, si esprimono con questo cliché. Sulla terapia genica, spesso ostentata per dimostrare che l’ingegneria genetica può funzionare per guarire la gente da malattie rare, dirò semplicemente che spesso la Fondazione Theleton mostra in televisione pazienti che affetti da queste malattie rare sono guariti grazie alla terapia genica. Quando abbiamo chiesto a questi signori di Theleton di farci sapere come stanno i pazienti guariti, la risposta non è arrivata.
E il motivo è sempre lo stesso: questa tecnica non funziona, perché accanto al “gene buono”, si introduce un cocktail di DNA che contiene pezzi di virus mortali che causano quindi risultati instabili.
Fabrizio Fabbri - Gli aspetti negativi possono essere valutati sotto diversi aspetti. Dal punto di vista ambientale, sembrerebbe che l’espansione di piante transgeniche resistenti agli erbicidi abbia aumentato le pressione selettiva di specie infestanti che sopravvivono alla diffusione dell’agente di controllo. Ciò sta portando ad un progressivo ritorno all’uso di prodotti chimici più aggressivi e dannosi per l’ambiente e la salute umana.
Luca Colombo - Vi sono diversi aspetti negativi che sono emersi nella letteratura sia sotto il profilo ambientale che, potenzialmente, sanitario. Uno dei problemi da tenere maggiormente in considerazione sotto questo profilo, è la scala di adozione della tecnologia che amplifica a livelli mai avvenuti nella storia dell’agricoltura eventuali seri problemi che dovessero manifestarsi, senza che siano nel frattempo predisposte adeguate contromisure.

D.T. - Cosa succede all’alimentazione umana se polli, maiali e bovini sono nutriti con soia OGM?
Pietro Perrino - La sperimentazione eseguita sugli animali (ratti principalmente) ha dimostrato che una dieta costituita da alimenti geneticamente modificati (cibi transgenici) ha provocato negli animali neoplasie, malformazioni di alcuni organi e tessuti, infertilità, mortalità, minori dimensioni e peso dei cuccioli, abbassamento delle difese immunitarie, ecc... Solo a titolo di esempio, tra gli autori di detta sperimentazione figurano: Arpad Pusztai, Irina Ermakova, Manuela Malatesta, Ignacio Chapela, Terje Traavik e Andrés Carrasco. Alcuni di loro hanno trovato difficoltà a svolgere le ricerche, a pubblicare i risultati e a conservare il posto di lavoro, anzi qualcuno lo ha perso. Altri sono stati presi in giro da alcuni editori di riviste scientifiche e revisori, che tra l’altro erano in palese conflitto d’interesse: erano revisori e contemporaneamente consulenti di multinazionali. Ad ogni modo, quando l’uomo si nutre di polli che sono stati alimentati con soia OGM va incontro agli stessi rischi... Il DNA transgenico è diverso dal DNA naturale. Anche questo è stato più volte dimostrato, ma anche più volte negato da parte di chi doveva invece difendere la nostra salute. Il DNA transgenico, per costituzione, è più incline alla rottura e alla ricombinazione con altri pezzi di DNA libero o di genomi di organismi che in un modo o nell’altro finiscono per incontrarlo. La gente è piuttosto riluttante a credere che il nostro DNA possa essere indotto a mutare dal DNA che arriva con gli alimenti. Quasi a dire che il mio DNA è quello che è, la natura me l’ha donato e nessuno lo può toccare o cambiare. E purtroppo, ma anche fortunatamente, non è così; in realtà in molti casi è un bene che il DNA si evolve e si adatta alle condizioni ambientali. L’aspetto negativo è che alcune modifiche, determinate da sostanze tossiche e DNA estraneo, come nel caso del DNA transgenico, sono cancerogene. Quindi, se vogliamo conservare una buona salute il più a lungo possibile, dobbiamo evitare di intossicarci, vivendo in ambienti salubri e nutrendoci di cibi sani, non OGM o provenienti da animali che sono stati allevati con alimenti transgenici. I risultati sperimentali lo dimostrano e potrebbero essere molti di più se ci fosse più ricerca finalizzata a verificare gli effetti dei cibi transgenici.
Fabrizio Fabbri - È difficile dare risposte definitive sui rischi che si corrono alimentandosi esclusivamente di prodotti transgenici. In alcuni casi, studi condotti su diversi animali quali polli maiali o conigli alimentati con OGM hanno messo in evidenza delle alterazioni delle funzionalità epatiche e del metabolismo generale, ma molto spesso le condizioni sperimentali non permettono facili estrapolazioni su ciò che può accadere quando l’assunzione avviene a dosi minori per periodi di tempo prolungati.
Luca Colombo - Succede che la superficie a OGM raggiunge, come avvenuto nel 2010, quasi 150 milioni di ettari, circa 5 volte l’intera superficie italiana, in quanto la gran parte dei raccolti transgenici sono destinati alla mangimistica animale. È al contempo importante chiarire che, allo stato corrente delle conoscenze scientifiche e dei dati sanitari, non vi sono rischi per la salute umana derivanti dal consumo di prodotti zootecnici ottenuti sfamando il bestiame con OGM.

Il testo di questo interessante articolo è tratto dal documentario Geni fuori controllo, DVD (Macroticonzero, 2011).

PIETRO PERRINO
Pietro Perrino è stato direttore dell’Istituto del Germoplasma del CNR di Bari (1983-1993; 1998-2002).
Dirigente di Ricerca del CNR (dal 1991); Docente di Botanica Sistematica, Morfologia e Fisiologia Vegetale, Elementi di Ecologia alle Università di Potenza, Matera, Bari e Foggia (1992-96). Membro di Gruppi di lavoro internazionali per la salvaguardia di specie agricole importanti per il Mediterraneo. Responsabile di numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali (1980-2007). Esperto FAO per il Medio Oriente (1978-79). Componente di Comitati del CNR e altre Associazioni sulla conservazione e valorizzazione di risorse genetiche (1985-2010).

FABRIZIO FABBRI
Laureato in Scienze Naturali all’Università la Sapienza di Roma, ha lavorato dal 1989 al 2003 con Greenpeace Italia occupandosi di ecologia marina, inquinamento industriale e OGM. Dal 2003 al 2006 ha lavorato come responsabile della Federazione dei Verdi in qualità di Responsabile delle politiche ambientali, e tra il 2006 a il 2007 come Capo della Segreteria tecnica del Ministro dell’Ambiente prima di assumere l’incarico di Attaché Ambiente alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europa.
In quella sede ha seguito, tra l’altro, i dibatti in Consiglio sulle autorizzazioni degli OGM a livello europeo. Dal 2010 è Direttore Scientifico della Fondazione Diritti Genetici. È autore di diversi articoli scientifici e divulgativi e di sei libri su temi ambientali di cui uno dedicato al rilascio di OGM in ambiente.

LUCA COLOMBO
Laureato in Agraria, è stato responsabile della Campagna OGM di Greenpeace prima di lavorare alla Fondazione Diritti Genetici come Dirigente di Ricerca. Oltre al volume “Diritti al cibo! Agricoltura sapiens e governance alimentare”, 2009 Jaca Book, scritto con Antonio Onorati, ha pubblicato “Fame. Produzione di cibo e sovranità alimentare”, 2002 Jaca Book, e “Grano o grane. La sfida Ogm in Italia”, 2006 Manni.

 

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Categorie: OGM




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