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Faccio la spesa dal contadino!

Consigli per acquistare nei farmer market in sicurezza

- 09/03/2015




I mercati del contadino, o farmer market, nati in Trentino Alto Adige e diffusi velocemente nel resto della penisola (oggi sono 1500), è un mercato in cui le aziende agricole locali vendono i propri prodotti di stagione: frutta, ortaggi, formaggi e tutto quello che l’azienda produce in proprio (a Ravenna recentemente hanno aderito anche pescatori che vendono prodotti ittici) 

Il mercato del contadino permette un sensibile risparmio perché il cliente compra direttamente dal produttore riducendo la filiera, permette di trovare prodotti sempre freschi, di stagione, biologici e locali, con una conseguente riduzione di inquinamento dovuto a trasporto e imballaggi e garantisce la sopravvivenza dei piccoli produttori locali.



Questo sistema evidentemente piace, dato che secondo un’indagine di Coldiretti, 1 italiano su 2 ha acquistato almeno una volta direttamente dal produttore agricolo.

I motivi principali che spingono a questa scelta sono soprattutto tre: genuinità, gusto e risparmio. 

Da dove viene ciò che compriamo? 

Sembra un quadro idilliaco, che però può nascondere qualche insidia.

A questi mercati possono vendere piccoli produttori agricoli locali e anche le “agricolture di fatto”: si tratta cioè di piccolissimi produttori – per esempio chi consuma per autoconsumo, gli  agriturismi – che periodicamente hanno delle eccedenze da vendere.

Si dà per scontato quindi che i prodotti venduti siano di produzione propria, ma non essendoci una norma nazionale chiara a questo proposito, spesso rimane il dubbio che ciò che viene venduto sia a sua volta acquistato da altri produttori. Per poter prendere parte a un farmer market, il contadino dovrebbe vendere prodotti di propria produzione, locali o al massimo prodotti su scala regionale, in modo da evitare il trasporto su lunghe distanze e riscoprire il rapporto con il proprio territorio.

Dovrebbe, perché purtroppo, non essendoci modo di controllare la provenienza delle merci, non è sempre così facile capire se chi vende ha realmente coltivato quel prodotto. 

Visti i dubbi crescenti, solo recentemente alcuni Comuni – a cui spetta stabilire le regole dei mercati del contadino – hanno preso provvedimenti in questo senso.

È il caso di Ravenna, dove l’amministrazione comunale ha deliberato che chi prende parte al mercato potrà vendere esclusivamente prodotti di produzione propria, pena l’espulsione dal mercato per 30 giorni (che diventa permanente se l’effrazione viene ripetuta 3 volte).

Ma come si fa a sapere se un prodotto di stagione non è prodotto dal contadino dal quale si acquista? Lo abbiamo chiesto a qualche contadino del mercato che si tiene a Cesena due volte a settimana.

«Se non si conosce l’azienda agricola, prima di acquistare è bene fare due chiacchiere, chiedere informazioni, con il produttore. Questo spesso aiuta a capire che tipo di prodotti coltiva e dovrebbe permettere di riconoscere se ciò che vende è suo o no – ci dice uno dei contadini che partecipa al mercato. In alternativa, si può decidere di visitare l’azienda agricola in modo da conoscere più da vicino il produttore». 

Un nuovo modo di fare la spesa 

Nonostante i dubbi, la formula del mercato del contadino è un ottimo modo di fare la spesa per tutti i motivi elencati sopra e anche perché sono un bel momento conviviale per riscoprire sapori e odori del nostro territorio, molto spesso dimenticati. 

Quando vi recate al mercato, prima di acquistare fate un giro fra i banchi, confrontate i prodotti, chiedete informazioni. In questo modo potrete farvi un’idea sulle differenze, la qualità e i prezzi. Se vi trovate bene con qualcuno dei produttori, fidelizzatevi e tornate ad acquistare da loro, oppure fatevi consigliare su quali sono i venditori a cui rivolgersi per prodotti che il primo non vende. In genere vi potranno consigliare sulle scelte migliori. 

Fare la spesa dal contadino è un ottimo modo quindi per consumare ottimi prodotti di qualità, di stagione e sempre freschi. 

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 39


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Categorie: Decrescita,Alimentazione e salute


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