Etichette: una favola per spiegarle ai bambini
Brisotto e il tempo delle mele… biologiche
Lucia Cuffaro - 06/09/2017
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C’era una volta un gatto rosso un po’ speciale, curioso e dotto, che tutti riconoscevano anche da lontano per i suoi occhiali in legno di quercia e il gilet di canapa, da cui non si separava mai.
Amava giocare nel bosco, poltrire sotto un albero di noci e prendersi cura di Madre Terra. Il suo nome era Brisotto. Viveva libero e felice, assieme ad animali di ogni specie, come scoiattoli, volpi, gufi, conigli, farfalle e cerbiatti. La sua migliore amica era Violetta, un’esuberante leprotta, con cui giocava a nascondino ogni giorno.
Una mattina, svegliandosi pigramente, udì i fratellini di Violetta parlare del compleanno della sorella. “Perdindirindina – pensò – Violetta non mi perdonerà mai se mi dimentico di festeggiarla.
Devo farle un regalo! Ma cosa? Ogni volta che vado alla sua festa, tutti gli amici del bosco le portano delle cose strane, che prendono in un luogo con rumori insopportabili e tanti Animaliuomini che corrono indaffarati da una parte all’altra.
Devo farmi coraggio e andare anch’io in quel posto oscuro, che mi sembra si chiami Supermercato. Così Brisotto si diresse a tutta velocità verso la città degli Animaliuomini, oltrepassando con coraggio le strade dove vivono i Camionmostri e le Puzzauto.
In breve tempo si trovò davanti a Supermercato e un brivido di paura gli fece raddrizzare tutto il pelo rosso.
Pensando alla sua dolce amica, entrò comunque, ma a passi lenti e felpati. «Potrei prenderle uno shampoo e un balsamo profumato, per coccolare il suo bel pelo», pensò e con un balzo veloce arrivò alla corsia dei detergenti.
Durante la Scuola elementare per Gatti Felici, il professor Felix Tigrone gli aveva spiegato che su ogni prodotto che utilizzano gli Animaliuomini, c’è un’etichetta: una specie di carta d’identità che riporta le informazioni sul contenuto che vi è all’interno.
Per fortuna si era portato un libro che gli aveva donato il professore, dal titolo Come capire le etichette e gli ingredienti malvagi nei prodotti degli Animaliuomini. Prese lo shampoo in cui c’era raffigurato un bell’albero di noci. Come quello sotto cui era solito dormire. “Di certo sarà un detergente naturale, che renderà il bel pelo di Violetta ancor più lucente”, penso.
Lesse subito le difficili parole scritte sull’etichetta. Trovò alcune diciture: mineral oil, petrolatum, paraffinum liquidum, sodium lauryl sulfate. Dopo aver consultato il libro, esclamò: «Ma queste sostanze derivano dal petrolio, il cibo di Puzzoauto e Camionmostri.
A scuola mi hanno insegnato che fa male ai fiumi, al mare e a tutte le creature che bevono acqua; allora perché viene usato in uno shampoo?».
Continuò e trovò molte sostanze che finivano in –one. Si ricordò subito dei siliconi, delle sostanze lisce non biodegradabili, nemiche delle piante, che si usano per sigillare e non far passare l’acqua. “Ma non renderanno il pelo di Violetta secco e senza idratazione?“ si domandò.
Lesse poi la parola triclosan ed esclamò: «Questo ingrediente invece può danneggiare l’equilibrio ormonale degli amici pesci e degli anfibi. Oltre a ciò creerebbe inquinamento ambientale, caspiterina!». Si chiese dove fosse il mallo di noce, dato che era raffigurato sulla confezione. Lo trovò alla fine dell’elenco degli ingredienti scritti in etichetta.
«Probabilmente non sarà più dello 0,1%; e lo chiamano “shampoo al mallo di noce“ questi imbroglioni!» esclamò adirato. Pensò che forse sarebbe stato più fortunato nel reparto delle cose da mangiare.
Gli venne l’dea di prendere un succodifruttadimelarossa. Una novità per gli amici del bosco. Avrebbe fatto di certo una bella figura. Anche in questo caso, con l’aiuto del libro, analizzò gli ingredienti.
Trovò tanto zucchero raffinato come il fruttosio, che il fegato trasforma in grasso cattivo, in particolare nei cuccioli.
Ma anche aromatizzanti, edulcoranti, conservanti e coloranti che rendono artificiale qualcosa che viene donato dal Melo naturalmente.
Era frastornato: come facevano gli Animaliuomini a usare tali schifezze, così malvagie per Madre Terra e per i suoi abitanti? Decise che la sua amica non poteva avere un regalo del genere e così si mise a pensare a un’alternativa: qualcosa di bello, in armonia con la Natura e anche dolce come la sua amica. A un certo punto, un’idea gli balenò in testa.
All’ora del tramonto, quando oramai la festa volgeva al termine, Brisotto arrivò dinanzi a Violetta. Timidamente le consegnò il suo regalo. Lei si mise a piangere. Ma non erano lacrime di delusione. Violetta era commossa: «Grazie Brisotto. Il tuo dono è meraviglioso. Tutti mi hanno portato queste cose strane, avvolte da imballaggi di un materiale trasparente che puzza, che mi sembra che gli Animaliuomini chiamino plastica. Tu sei diverso. Tu ami la Natura.
Grazie Brisotto, questo cestino intrecciato fatto da te con le tue zampette e pieno di mele rosse gustosissime è il regalo più bello che io abbia mai ricevuto». Da quel giorno nessun animale del bosco andò più nel posto pieno di cose artificiali che chiamano Supermercato.
E vissero, felici, contenti… e consapevoli!
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Articolo tratto dalla rivista nr. 50
Categorie: Ecologia e Localismo
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