Andiamo all’asilo nel bosco!
Quando la scuola unisce educazione, vita all’aria aperta, gioco e crescita personale del bambino
Paolo Mai - 27/01/2017
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I bambini vivono nel presente, se chiediamo loro se preferiscono una caramella oggi o cinque domani la scelta cadrà sicuramente sulla prima opzione.
In virtù di questo, i nostri sforzi – in quanto genitori ed educatori – devono essere concentrati nel garantire loro un presente piacevole, poiché questa è la base per garantire loro un futuro soddisfacente.
L’Asilo nel Bosco nasce da questa idea.
La nostra aula
La maggior parte degli Asili nel Bosco in Europa e nel mondo trascorre l’intera quotidianità scolastica all’aria aperta, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. Noi dell’Asilo di Ostia Antica ci siamo dotati di una struttura coperta nel caso in cui i piccoli manifestino il desiderio di non uscire, sebbene nella realtà questo accada molto raramente.
Lo spazio interno è strutturato in centri d’interesse: l’angolo della lettura, il gioco simbolico, la bottega creativa, lo spazio per il gioco, la sala espressione e un bel camino con tanto di divano e sedia a dondolo. All’esterno uno dei giardini è strutturato come l’interno, con tanto di casetta sull’albero e una piccola fattoria degli animali, ed è lo spazio dove spesso facciamo l’accoglienza.
In ogni caso, tutti gli spazi, sia interni che esterni, sono in costante evoluzione. In questo modo possiamo rispondere ai bisogni dei bambini in crescita e aumentare l’efficacia di pari passo con il crescere dell’esperienza.
Stare all’aria aperta in ambienti sempre diversi è molto importante, ci permette di mantenere vive alcune attitudini del bambino che a noi paiono fondamentali: la curiosità, l’autonomia, il senso d’avventura, la capacità di stupirsi, la fantasia, la creatività, l’immaginazione, la motricità, lo sviluppo dei cinque sensi e il senso di libertà che, solo quando il confine è l’orizzonte, può manifestarsi in tutta la sua piacevolezza e poesia.
La relazione e il maestro facilitatore
Spesso il maestro è colui che detta le regole del gioco imponendo attività cui il bambino deve adeguarsi senza avere un ruolo attivo nelle proposte quotidiane. All’Asilo nel Bosco questa visione è totalmente ribaltata. L’educatore è colui che, partendo dall’osservazione dei bisogni e degli interessi di ciascun bambino, lavora in maniera discreta sul contesto per facilitare il naturale processo di crescita.
Molto efficace è a tal proposito la metafora della pianta e del buon contadino. Un seme contiene in sé tutte le informazioni e le risorse che gli permetteranno di diventare una pianta robusta e rigogliosa. Un buon contadino sa che per ottenere buoni frutti dalle sue piante non deve tirarle o indirizzarle per farle crescere più velocemente o per permettere loro di dare più frutti. Un buon contadino sa che ciascuna pianta ha bisogno di un ambiente che gli è proprio, fatto di un certo tipo di terra, di una determinata quantità di sole e di una giusta dose di acqua.
Quindi compito del buon contadino è quello di conoscere le particolarità di ciascuna delle sue piante e creare il contesto più adatto affinché ciascuna di loro, con i tempi che le sono propri, cresca armoniosamente. Il buon contadino sa bene che l’ingrediente più importante per avere un orto e un frutteto rigoglioso è l’amore.
Il buon maestro, come il buon contadino sa che ciascuna delle creature di cui si prende cura ha i suoi tempi e la sua individualità e per questo non si mette a giudicare o a imporre un ritmo di crescita comune a tutti.
Sa soprattutto che ciascun bambino in un determinato momento può avere interessi e bisogni diversi e per questo deve evitare di fare proposte uniche, cercando invece di creare quelle situazioni che permettano a ciascuno di loro di crescere seguendo il proprio unico e irripetibile percorso.
Compito del buon maestro è infine quello di amare i propri bambini, sapendo bene che amare significa sia saper dire no (i no tracciano quel perimetro senza il quale il pargolo si troverebbe in uno spazio troppo grande da gestire), e permettere al bambino di vivere delle sane frustrazioni.
Le frustrazioni sono molto importanti, perché permettono al bambino di vivere situazioni non piacevoli che gli insegneranno a trovare delle soluzioni ai problemi e a cavarsela durante la vita. Ovviamente affinché le frustrazioni siano sane non devono essere costanti e ripetute e soprattutto non devono nascere da eventi traumatici.
La relazione e il ruolo attraverso il gioco
Il gioco è lo strumento attraverso il quale il bambino conosce se stesso, gli altri e il mondo circostante. Attraverso il gioco, il bambino affina le sue capacità motorie e manipolative, verbali, sociali e attraverso esso appaga il suo bisogno di fare, di conoscere, di mettersi alla prova, di sperimentare e di modificare creativamente la realtà attraverso l’uso della fantasia e dell’immaginazione.
Giocando, il bambino impara e cresce in allegria e con piacevolezza, ed è per questo che all’Asilo del Bosco è considerato uno strumento didattico privilegiato e non un premio da dare ai bambini se si comportano bene.
Attraverso il gioco vengono sollecitate le diverse funzioni cognitive del bambino, non solo quella linguistica e logico matematica che sembrano essere le uniche che abbiano valore nella scuola italiana, ma anche quella cinestetica, quella intrapersonale, quella interpersonale, quella spaziale, quella naturalistica e quella musicale, avvalorando in questa maniera la teoria di Howard Gardner che condividiamo e che parla di quantomeno otto intelligenze.
Invece, soprattutto con il gioco simbolico il bambino si prende cura della propria dimensione emotivo-affettiva. Il gioco è anche la maniera in cui il bambino impara l’importanza delle regole e fa un ottimo esercizio di ascolto delle esigenze altrui.
Per tutti questi motivi, e anche perché quando giocano i bambini sorridono e sono portatori di una contagiosa vitalità, la scuola dovrebbe vestirsi degli abiti colorati del gioco e restituirgli il suo inimitabile valore in ambito educativo.
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Articolo tratto dalla rivista nr. 47
Categorie: Naturalmente bambini e genitori
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