Adesso va sempre tutto bene
Il viaggio alla riscoperta della consapevolezza e della quiete profonda che ci appartengono
Spazio Interiore - 24/07/2017
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“Vivi consapevole” è probabilmente uno degli inviti più importanti che possano essere fatti all’essere umano. Racchiude in sé l’essenza di quello stato, fatto di quiete imperturbabile e acuta lucidità, che ciascuno di noi – almeno qualche volta – ha avuto modo di sperimentare.
Però questo stato di presenza, di piena consapevolezza, va e viene, e il più delle volte non si sa in base a che cosa. Mi sono spesso domandata come raggiungerlo, come crearlo – o quanto meno provocarlo – nel momento in cui ne sentivo il bisogno.
Perché ciò di cui non riuscivo a capacitarmi era il fatto che questo stato sembrava avvolgermi a suo – e non a mio – piacimento! E rivedo il mio movimento interiore, ostinatamente rivolto verso l’esterno, alla ricerca di qualcosa che sembrava non appartenermi e che quindi avrei dovuto trovare fuori di me. Volevo “avere” consapevolezza, costruirla, guadagnarla, meritarla!
Ambivo a raggiungere quello stato sul presupposto – implicito e inamovibile – che non mi appartenesse, almeno non ancora. Finché, leggendo un libro capace di fluirti direttamente nel cuore, non ho operato un cambio di prospettiva. Il punto non è darsi da fare per avere consapevolezza, ma – molto più semplicemente – essere consapevoli; cambiare il senso di quel movimento diretto all’esterno, per indirizzarlo verso l’interno recuperando qualcosa che in realtà già siamo.
Un viaggio interiore alla riscoperta dell’essere, dell’essenza profonda che caratterizza ognuno di noi. La consapevolezza è uno stato di presenza, un essere pienamente nel qui e ora, a contatto profondo con la parte più intima e autentica di noi. A dirla così, lo ammetto, suona di un’ovvietà quasi disarmante, di una banalità al limite del deludente. “Ma allora, perché è così difficile?” mi sono chiesta.
Perché è così difficile essere a contatto con ciò che siamo veramente, proprio qui, proprio adesso? Forse perché nello stato di consapevolezza c’è una piena integrazione tra Cuore, Mente e Corpo, che danzano in perfetto equilibrio nel momento presente e non lasciano spazio al “guastatore” per eccellenza: il giudizio, ossia quel meccanismo con cui l’ego si autoalimenta spezzando l’equilibrio della nostra Trinità interiore.
E affinché il giudizio sia sempre ben pasciuto, ecco che l’ego ci fa vedere la realtà con le lenti della duplicità (giusto/sbagliato, buono/ cattivo, vicino/lontano e chi più ne ha più ne metta), trasformandoci tutti in giudici a tempo pieno, giudici di ciò che ci circonda e soprattutto di noi stessi.
Impegnati a giudicare, come potremmo mai essere pienamente a contatto con ciò che siamo veramente, proprio qui, proprio adesso? Un giudizio non è altro che un confronto tra due valutazioni umane. Si lotta con la duplicità solo finché si recita il ruolo del giudice.
Vivere con consapevolezza
«Come possiamo smettere di vedere le cose attraverso una spessa lente, senza prima distogliere lo sguardo dalla lente stessa? Occorre mettere via la lente deformante, ma anche sapere di metterla via, per dire addio alla visione distorta» ci dice William Samuel in Guida alla Consapevolezza e alla Quiete profonda.
Un libro che parla una lingua che va direttamente al cuore bypassando la mente; che si legge in modo differente perché agisce soprattutto quando non lo stiamo leggendo, che opera là dove più è necessario, ma senza che ce ne accorgiamo, così da impedire al nostro ego di attuare i suoi meccanismi di controllo, verifica e giudizio. Un vero balsamo che agisce in maniera sottile, restituendo limpidezza e fulgore alla nostra percezione dell’essere ciò che siamo.
«La Consapevolezza è percepire, non dettare cosa si debba percepire o come debba apparire. Il tentativo di occuparsi degli oggetti racchiusi nella consapevolezza è “l’effetto” del desiderio, la “causa” dell’infelicità. È un’attività superflua che possiamo cessare immediatamente e senza sforzo, perché la perfezione è già un dato di fatto definitivo».
E questo libro ci accompagna – senza che l’ego se ne accorga! – nel percorso interiore più difficile, fino a riscoprire la nostra capacità di abbandonarci e di lasciar andare il giudizio, lo sforzo di essere quello che non siamo, il controllo eccessivo su noi stessi e sugli altri. Una lettura che è un viaggio interiore di ritorno a casa, di ritorno a ciò che la nostra Anima sente già vero e reale, e cioè che «Adesso va sempre tutto bene!
Il presente è colmo di bellezza, grazia e magnificenza, non contiene immagini, suoni o sensazioni che non siano assolutamente inoffensivi e totalmente perfetti.
Ben presto vedrai e capirai – ancora prima di finire questo libro – che l’adesso è colmo di pace, serenità, vivace e spumeggiante felicità. È straripante di tutto ciò di cui possiamo aver bisogno. Dunque, quando ci distogliamo dai ricordi del passato e dai sogni sul futuro – ossia dal pensiero – non stiamo né ignorando la realtà (come sostiene il mondo) né nascondendo la testa nella sabbia per sfuggire alla “pressione delle circostanze”.
Al contrario, accade che ritorniamo alla perfezione che abbiamo a portata di mano, per riscoprire che l’adesso è tutto ciò che esiste e tutto ciò di cui dobbiamo preoccuparci».
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Articolo tratto dalla rivista nr. 49
Categorie: Crescita Personale
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